il 2024!

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Cosa dire a tutti i nostri associati e a tutti gli apicoltori dopo un annata così……. e a sto punto ognuno scelga l’aggettivo che più gli aggrada.

Non bastava la produzione più o meno assente, per non dire nulla, non bastavano le fioriture definiamole di sostegno, che garantiscono appunto quel minimo di raccolto tra le fioriture principali inesistenti.

Quest’anno si è dovuto ricorrere a  continui nutrimenti di sostegno il cui unico risultato è stato quello di far sopravvivere le nostre famiglie.

Chi sicuramente non ha sofferto, anzi si è sviluppata come sempre senza problemi, è la varroa. In questi giorni di ingabbio e trattamenti si contano i danni.

Torno quindi alla domanda iniziale, cosa mi sento di consigliare?

La missione è salvare le api, auspicando e sperando in un 2025 meno tragico.

Si procede quindi sostenendo le famiglie in agosto e settembre per garantire una buona deposizione di covata e quindi popoli forti con api giovani all’invernamento.

Per quando riguarda la varroa, vi dico quello che farò io: ingabbio della regina (gabbia Var control) tra il 10 e il 20 di ottobre, trattamento con Apibioxal con glicerolo, dopo circa 25 giorni avendo cura di NON sgocciolare la gabbia. Liberazione della regina dopo un mese dal trattamento.

Come ingabbiare o meglio come io ingabbio: stecca porta favo  o telaino nudo senza cera, gabbia appesa libera di scorrere in modo da centrare al meglio il cuore del glomere e la stessa stecca posizionata la centro del glomere stesso, creando quindi uno spazio vuoto della dimensione di un telaino.

Quali sono i vantaggi di questa operazione?

1. Facilità di ricerca regina

Verso la meta di ottobre la covata è molto ridotta e la regina è facile da individuare.

2. Longevità api svernanti

La vitellogenina consente  alle api di superare i mesi invernali in cui non c’è apporto di polline. E’ molto importante per longevità delle api dunque nei mesi in cui il ricambio di api giovani è praticamente nullo.

*La vitellogenina, classificata come glico-lipo-proteina, svolge diverse funzioni: oltre che di riserva proteica accumulata all’interno dell’ape, contribuisce a produrre pappa reale, partecipa al sistema immunitario e quella di prolungare la vita della regina e delle operaie eliminando i danni da stress ossidativo.

Non essendoci covata da accudire, la produzione di pappa reale è assente e la vita media dell’ape non viene compromessa da stress inutili.

3. Stress ridotto alveare

Vado ad ingabbiare la regina in un periodo dell’anno dove la deposizione è ridotta al minimo.  Quelle piccole rose di covata autunno invernali sono non solo un dispendio di energia per le nostre famiglie ma un grosso regalo alla varroa che continua a moltiplicarsi. Ricordiamoci inoltre che, in presenza di problemi sanitari, le api sono portate a mantenre la covata e questo aggrava la situazione.

4. Vuoto sanitario

Un mese abbondante senza covata quindi di vuoto sanitario penso sia favorevole alla sanità delle nostre famiglie, quello che succedeva un tempo, cosa che ancora si verifica negli apiari di montagna.

5. Ripresa della covata

Come ricorderete, nel convegno che abbiamo organizzato con il Dott. Besomi sulle temperature interne dell’arnia, il trattamento con Apibioxal gocciolato puo’ innescare riprese di deposizione da parte della regina dovuto probabilmente all’aumento di temperatura interna al glomere, con cause collegate al trattamento stesso. L’ingabbio della regina ci consente di scongiurare che il nostro intervento con Apibioxal gocciolato sia causa di una ripresa indesiderata di deposizione a fine novembre.

Mi preme infine dare qualche indicazione ancora, quando si libera la regina. La stecca va portata al margine del glomere o si passa dopo qualche giorno a rimuoverla, onde evitare di trovarla costruita con covata in primavera.

Altra domanda che potrebbe  nascere spontanea… dopo un trattamento con Apibioxal a metà novembre in blocco di covata, il 95% di efficacia è sicuramente risolutivo. Un mese ulteriore di blocco di covata è devastante per le poche varroe sopravvissute, perché non fare per sicurezza un Apibioxal sublimato finale?

Chi vorrà fare un ulteriore sublimato avrà la quasi certezza di ripartire a gennaio con un numero di varroe prossime allo zero, garanzia di arrivare a luglio senza patemi, io pero’ non ho sintonia con questo trattamento che mi ricorda tanto dei tentativi anche passati di risolvere un problema senza  badare alla sicurezza dell’operatore.

Il nostro compito, come Associazione e tecnici a disposizione vostra, è di darvi gli strumenti per gestire al meglio i numerosi problemi che la conduzione delle api vi pone in tutta la stagione, cercando nuove soluzioni che stiano al passo con i tempi attuali. Ci prefiggiamo pertanto di guidarvi, se possibile, ad una gestione il piu’ possibile consapevole che le avversità ambientali climatiche possono solo essere accettate e che il lavoro che possiamo fare è di tenere le famiglie piu’ sane possibili, pronte per una nuova produzione.

Un saluto a tutti e un ringraziamento al Dott. Francesco Legnani che mi è stato di supporto in questo lavoro.

Marco Bianchi – apicoltore professionista e consigliere Apacl